Massimo Priviero celebra i suoi venti anni di carriera con l'album "Sulla Strada", un cofanetto che racchiude sedici canzoni tutte con il comune denominatore del vagare dell'artista nelle esperienze artistiche e personali del quotidiano.
Per quanto musicalmente si ispiri ai miti americani quali Springsteen, Simon e Dylan, i testi sono fortemente italiani nella struttura e nella melodia e trattano tematiche universali quali l'amore, la giustizia e la libertà.
Musicalmente c'è poco da dire, è bravo. Altrettanto non mi sento di poterlo scrivere in merito ai testi, spesso scontati ed a tratti noiosi per la ripetitività dei concetti.
Sicuramente emerge un artista che veramente è ancora alla ricerca di sè stesso e della giusta espressione della personalità musicale e non.
La song più interessante è "Diluvio", quella più scontata è "Giustizia e Libertà" ed a poco vale il fatto che parli della guerra e della memoria del nostro paese. La peggiore per il testo trovo che sia "Bellitalia".
Indubbiamente è un artista che può essere meglio apprezzato in acustico se mantiene lo stesso stile di composizione dei testi. Ma se continua a voler fare rock, il consiglio è che decida in qualche modo di "cambiare strada".
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